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Educhiamo uno strumento sottovalutato: LA RESPIRAZIONE

  • Immagine del redattore: L'EducAttore.
    L'EducAttore.
  • 18 lug 2020
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 11 ago 2020

Insieme alla voce, molto probabilmente nessuno di voi ha mai sentito parlare o si è interessato all'argomento. Si perchè insomma.. respiriamo tutti i giorni e continuiamo a vivere.


Vero.





Ma la respirazione è il principio da cui ha origine la nostra forza fisica, emotiva, vocale. Proviamo a pensarci per un momento: Quando inspiriamo introduciamo ossigeno, il quale è necessario al nostro organismo per trasformare il glucosio in energia, la quale verrà poi utilizzata dai nostri muscoli. Gestendo poi inspirazione, apnea e espirazione possiamo compiere movimenti o sforzi fisici maggiori! Quando espiriamo l'aria passa per la faringe contribuendo alla vibrazione delle corde vocali e quindi all'emissione di suoni. Se si vuole infatti imparare ad avere una buona voce, a cantare, ad aumentare il volume e a saper gestire il tono sarà fondamentale partire dalla respirazione. Infine, per ogni emozione che proviamo, se notate, respiriamo in maniera diversa: più velocemente e più di spalle se siamo ansiosi, più lentamente e più di pancia se siamo rilassati.


Quindi educare il proprio corpo alla respirazione significa essere in possesso di uno strumento che ci possa fornire un aiuto a livello fisico, emotivo e vocale.


Niente male eh?


Anche questo è un item che ci arriva direttamente dal bagaglio dell'attore, il quale utilizza la respirazione per richiamare a se le varie emozioni, per trovare il carattere del proprio personaggio, per domare il flusso vocale.


E invece quale è la sua utilità per un educatore? Beh, quanti momenti di densità emotiva

attraversa tra bambini, adolescenti, persone con disagio e....? Parecchie. Quindi direi che l'educatore si debba impossessare di uno strumento in più per poter gestire l'emotività nei momenti più difficili, ma anche per riuscire a distaccarsi da un mondo che rischia di assorbire, portare a casa, e gettarlo in una corrente problematica.


In questo articolo voglio parlare esclusivamente di come respiriamo.


Esistono numerosi tipi di respirazione.


Esiste la respirazione diaframmatica, clavicolare, toracica, intercostale, e ognuna si

differenzia dall’altra dal luogo in cui si concentra il respiro: in quella diaframmatica si gonfia la pancia, mentre in quella clavicolare si alzano le spalle per esempio.

Non ne esiste una corretta per tutti: ognuno di noi ha caratteristiche fisiche diverse che differenziano le esigenze del respiro di ciascuno. Anche i movimenti che compiamo e ciò che stiamo provando esigono respirazioni diverse. Allenare il proprio fisico ad utilizzare un solo tipo di respiro, come spesso accade nelle scuole teatrali, è dannoso: si rischiano di creare tensioni muscolari laddove il corpo tenta di esprimere una qualsiasi pulsione che richiede una respirazione “dimenticata” o “assopita”. Il modo migliore per agire è quello di educare il proprio organismo a differenti respirazioni senza mai costringerlo nel momento dell’azione. (Chiaramente nel training, ci sarà un azione di controllo al fine di prendere consapevolezza, assorbirla e poi però lasciata andare).



Il Diaframma è il più importante muscolo respiratorio. E' un muscolo impari, cupoliforme e laminare che separa la cavità toracica da quella addominale. E’ involontario ma lo riusciamo ad attivare e a controllare grazie ai muscoli addominali. Durante l’inspirazione il diaframma si contrae ampliando la cavità toracica, appiattendo la cupola e contribuendo all’aumento della pressione addominale.


Le emozioni sono collegate indirettamente a questo muscolo e quando se ne prova una si può percepire, se si è abbastanza sensibili, che il diaframma viene coinvolto. 


Infatti, quando si provano emozioni “positive” come ad esempio gioia, felicità,

rilassamento, amore, etc… il diaframma è più rilassato e funziona meglio. Questo, come è facilmente prevedibile, si ripercuote in un miglior funzionamento del sistema respiratorio in primis, e poi anche del sistema digerente e di quello circolatorio. Questo dona salute e benessere psicofisico.


Quando invece si provano emozioni “negative” come ad esempio odio, paura, rabbia, gelosia etc… il diaframma si irrigidisce, si contrae, la respirazione diaframmatica si fa irregolare e si manifesta anche molta tensione mentale. Questo spesso provoca disturbi anche nel sistema digerente e non solo.



Vari tipi di respirazione:



La respirazione superiore. Respirazione in cui la parte superiore del corpo, petto e spalle si alza nel momento dell’ inspirazione e si abbassa durante l’espirazione. E’ utilizzata tipicamente dagli sportivi in quanto permette di assorbire aria più velocemente, anche se in porzioni minori.


La respirazione inferiore o addominale. Durante l’inspirazione la pancia si gonfia mentre il torace e le spalle rimangono fermi. Nell’espirazione la pancia si ritrae.


La respirazione completa, pettorale-addominale. Qui prevale la fase addominale ma il petto si muove per diretta conseguenza. La respirazione completa permette di incamerare più aria, produrre suoni più puliti e di affaticare in modo ridotto le corde vocali.


Sebbene da bambini respiriamo in questo modo, poi la vita, la società, la frenesia a cui siamo sottoposti ci portano inevitabilmente ad avere una respirazione clavicolare, che prevede, durante l’inspirazione, il sollevamento delle spalle e della cassa toracica, immagazzinando così meno aria. Tuttavia, tutti noi, conserviamo una perfetta respirazione pettorale-addominale quando dormiamo: il nostro corpo è rilassato, libero da tensioni, e riprende la sua respirazione naturale.

 
 
 

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