Come Diamo Senso ai Nostri Mondi? Alleniamo la Nostra Immaginazione Sociologica!
- L'EducAttore.
- 6 dic 2020
- Tempo di lettura: 3 min

Ognuno di noi vive differenti mondi nei quali adopera strategie di interazione diverse: cosa succederebbe se rispondeste a vostra madre nello stesso modo in cui rispondete ad un vostro caro amico?
Io dovrei correre da una stanza all’altra della casa evitando il famoso lancio della ciabatta.
Oppure, come capiamo che possiamo avvicinarci a qualcuno che ci piace senza che questa persona pensi che siamo dei criminali?
Ebbene, da quanto risulta dalle ricerche sociologiche, gli esseri umani utilizzano indipendentemente dalla loro cultura e dal loro momento storico lo stesso metodo.
Il contesto.

Per esempio, quante volte avete utilizzato l’espressione “TI UCCIDO”. Immagino non più di quante mia sorella lo abbia detto a me. Ma immagino che in nessuna di queste volte l’espressione aveva il suo significato proprio. L’ambiente infatti non precisa solo il significato delle parole che noi andiamo ad utilizzare, può radicalmente cambiarlo. Non esiste un significato in se: le persone costruiscono i loro significati basandosi sempre sul contesto sociale.
Grazie al contesto non capiamo solo il significato delle cose ci accadono, ma ci permette addirittura anche solo di parlare con gli altri; ognuno di noi adegua la propria espressione verbale in modo preciso al flusso locutorio altrui: stiamo attenti ai silenzi, cogliamo il cenno in avanti, siamo in grado di sentire un segnale per entrare a tempo. L’etnometodologo Shegloff ha scoperto che anche silenzi brevissimi sono fonti di informazioni. Per esempio se chiediamo a qualcuno di uscire, se la risposta è “si”, il “si” sarà pronunciato immediatamente, se la risposta è “no” arriverà in ritardo.

Ma se ignoriamo i segnali di comunicazione che l’altra persona ci sta mandando, perché vogliamo arrivare ad un nostro specifico scopo, allora stiamo facendo ciò che Duneier chiama Vandalismo Interazionale. Inoltre la tolleranza delle persone nei confronti degli altri dipende dal tipo di status in gioco e dal modo in cui le identità individuali sono categorizzare dal punto di vista sociale. Le persone che vivono in strada, i senzatetto, stanno in fondo alla piramide sociale.
Inoltre i sociologi hanno rilevato alcuni modelli relativi a chi cede la parola. Negli stati uniti dove questi studi sono stati condotti, l’uomo interrompono le donne più di quanto queste interrompono loro, i medici interrompono più i pazienti di quanto questi facciano con loro, e i padri interrompono i bambini più di quanto i bambino interrompono i padri. Quindi anche il ruolo che noi abbiamo in un determinato contesto sociale, cambia il modo in cui noi interagiamo.

Ma allo stesso tempo il contesto sociale ci dice incoraggia anche ad ignorarci a vicenda in alcune occasioni, è il caso della disattenzione civile: ovvero quando le persone si ignorano reciprocamente, fino ad un livello adeguato, pur notando la presenza dell’altro. In questo modo le persone che camminano per strada di città e campus affollati si vedono e si sentono senza essere per questo un inutile seccatura o fonte di ansia. Secondo George Simmel la disattenzione civile è ciò che rende possibile la vita sociale. Talvolta gli individui possono non distogliere lo sguardo volontariamente: i bulli della scuola per esempio se vogliono adocchiare la loro prossima vittima usano lo sguardo per avvicinarsi.
Il contesto da significato anche al tipo di emozioni che noi esprimiamo: per esempio di società in società il dovere del pianto fa riferimento a persone e situazioni diverse: in alcune culture non piangere è considerato inappropriato, per esempio al funerale di una persona cara, ma nella stessa situazioni in altre parti del mondo è appropriato ballare (New Orleans, Bali).
Il contesto nell’Educazione Teatrale.
Educare al contesto è dunque fondamentale e spesso non siamo abbastanza educati a contestualizzare le varie azioni, specialmente quando giudichiamo comportamenti relativi ad altre culture o situazioni a noi estranee o non influenti.

Il teatro svolge un importante educazione al contesto: uno degli esercizi base dell’attore è proprio quello di dire una stessa frase con emozioni e intenzioni differenti. Questo riconduce a trovare un significato sempre nuovo e diverso dietro alla stessa frase in base al contesto che si sta immaginando. La ricerca, poi, della motivazione che spinge quel personaggio a comportarsi in quel modo in quella determinata situazione è anch’essa analisi del contesto. Inoltre, lo stesso copione teatrale impone l’ascolto dell’intonazione dell’altro per capire quando poter parlare e come poter rispondere.
L’interpretazione emotiva invece aiuta a contestualizzare le varie emozioni, a dar loro un senso in base a chi le sta provando e alla situazione in cui sono emerse.
Fonte: "Progetto Sociologia, Guida all'Immaginazione Sociologica" di Jeff Manza, Richard Arum, Lynne Haney.
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