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Un Principio dal quale Muoversi e Agire: D come Dignità.

  • Immagine del redattore: L'EducAttore.
    L'EducAttore.
  • 1 dic 2020
  • Tempo di lettura: 2 min

La prima cosa che mi hanno insegnato facendo teatro, ancora prima dell’uso del corpo, della voce, del riscaldamento generale, è stata la posizione della dignità.


Piedi alla stessa larghezza delle spalle, ginocchia leggermente piegate, retroversione del bacino, addominali leggermente contratti, spalle sciolte, schiena dritta, testa non verso il basso, non verso l’alto, ma come se ci fosse un filo che dal cucuzzolo della testa partisse e ce la tirasse.


Molti la chiamano posizione base, altri posizione iniziale, ma la mia insegnante la chiamava “Posizione della Dignità”.

In effetti chiamarla in qualsiasi altro modo l’avrebbe svuotata completamente del suo significato.




In questa posizione qualsiasi cosa accada manterrete l’equilibrio e sarete pronti ad agire; in scena sarà fondamentale per gestire imprevisti ed essere in ascolto di qualsiasi cosa accada, nella vita per restare visibili.


La posizione ci costringe ad alzare lo sguardo, a non essere vittima dei nostri pensieri a abitudini che tendono ad incurvarci, ingobbirci, a nascondere noi stessi dentro il nostro corpo, come se non esistessimo. E’ un dialogo con la parte di noi che ci dice che anche se non esistiamo fa lo stesso, e convincerla del contrario: esistiamo, agiamo e facciamo la differenza perché abbiamo dignità.



La posizione delle dignità aiuta il fluire della voce, a renderla presente e potente: la colonna d’aria è ben dritta. Il teatro ci insegna a non avere paura nelle situazioni sbagliate, a tirare fuori la voce e ad assumere l’attitudine per affrontare le occasioni difficili.

Il teatro mi ha insegnato ad avere dignità nell’esprimere le mie emozioni, accettandole e dando loro una forma. Esiste un codice di rispetto che possediamo con noi stessi quando ci concediamo il privilegio di essere ciò che sentiamo, non vergognandocene. Il teatro fa proprio questo: ci da modo di esprimere i nostri desideri più nascosti e le nostre emozioni più profonde, tutelandoci attraverso un filtro chiamato “personaggio”.


La mancanza di dignità nasce quando pensiamo che ciò che vorremmo difendere in realtà

non sia così importante, che forse meritiamo il ruolo che stiamo svolgendo, che non potremmo fare diversamente perché è così e basta. E allora la nostra voce si chiude e il nostro corpo si irrigidisce.


Il teatro invece parte proprio da questo: dalla difesa della nostra dignità con una semplice posizione corporea, che poi diviene di vita perché principio dal quale muoversi e agire.

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