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Educhiamo uno strumento sottovalutato: LA VOCE.

  • Immagine del redattore: L'EducAttore.
    L'EducAttore.
  • 11 lug 2020
  • Tempo di lettura: 4 min

Aggiornamento: 7 ago 2020



Questo è un chiaro esempio di come l'educatore dovrebbe avere anche una formazione teatrale. Quante volte ho sentito educatori non riuscire a comunicare, a parlare in modo chiaro o ad esprimere intenzioni in modo preciso, vanificando anche delle buone intenzioni. I realtà la voce è uno strumento che dovrebbe essere allenato e studiato da tutti perchè tutti siamo a contatto l'uno con l'altro.


In questo breve articolo ne vedremo gli elementi basilari e costitutivi.


Item oliatissimo dell'Attore che lo esercita per caratterizzare i suoi personaggi, creare dinamismi e, principalmente, per emozionare.



Nell'ambito sociale è importante perchè spesso si lavora con persone che presentano una disabilità, con ragazzi giovani o con persone che arrivano da paesi diversi. In ognuno di questi contesti è importante veicolare un messaggio chiaro, preciso, per saper guidare al meglio le situazioni e creare relazioni empatiche. In altre parole, conoscere gli elementi vocali ci permette di trovare più facilmente un canale di comunicazione efficace.


Ma come nasce la voce?


Quando inspiriamo i polmoni immagazzinano aria, si espandono contraendo il diaframma. I polmoni, che sono collegati alla trachea, si adeguano al movimento diaframmatico che spinge l’aria dei polmoni verso la laringe, dove ci sono le corde vocali. Queste, vibrando, producono un suono che verrà poi articolato dall’apparato orale che trasformerà il suono in vocali, consonanti e dunque parole.


Il timbro vocale è dato dalla conformità delle corde vocali stesse, mentre l’altezza è data dalla loro tensione (variabile), dalla loro lunghezza e dal loro spessore (invariabili). La tensione è data dalla velocità con cui vibrano le membrane, ad alta velocità il suono sarà più acuto, ad una velocità più bassa il suono sarà più grave. A seconda della tipologia di suono, la faringe, “tubo” nell’incrocio tra esofago e trachea, si restringe o si allarga attraverso dei muscoli situati li.

Spesso si denomina una voce, o un suono, “Ingolata” una voce che fa fatica ad uscire. Le motivazioni possono essere ricercate nella modulazione della faringe o in qualche occlusione dell’apparato orale.

Una voce, o un suono, non pulita invece, è data dal contatto repentino delle corde vocali a causa di una respirazione che non porta porzioni di aria costante alle due membrane. Infatti, queste due corde, perché non si scontrino, e dunque non si infiammino, è necessario avere una respirazione che consenta di far passare buoni flussi di aria nel canale laringeo.


5 parametri di cui è costituita la nostra voce:

Volume: intensità sonora con la quale ci facciamo sentire. E' ciò che ci permette di farci

ascoltare dalle persone che sono distanti da noi. Da un punto di vista psicologico fornisce informazioni su quanto siamo sicuri di noi stessi, su quanto crediamo alle cose che stiamo dicendo, quanto ci sentiamo a nostro agio. Il volume trasmette l'intensità emotiva della nostra convinzione. Saper usare il volume non significa soltanto presentarsi con entusiasmo, vuol dire anche essere in grado di sfruttare ua voce con intensità bassa nel caso si debba creare un clima di fiducia. Avere un volume che sappia proprorsi con espressività, sia nei momenti più intimi della comunicazione, sia quando dobbiamo coinvolgere un grande pubblico, significa avere a disposizione un grande strumento di comunicazione.


Tono: corrisponde all'altezza timbrica della voce che stiamo utilizzando, per cui parliamo di tono alto nel caso d una voce acuta e tono basso nel caso di una voce grave. Il tono è alla base della prosodia, cioè far capire il senso del discorso attraverso a modulazione di intonazoni diverse. Da un punto di vista psicologico se il tono della voce è basso sarà in grado di generare uno stato di calma e rilassamento nell'interlocutore, un tono acuto e veloce probabilmente agitazione e ansia.


Tempo: Velocità con la quale pronunciamo le sillabe che compongono le parole del nostro

discorso, dunque il rallentamento o l'accelerazione che si ha in forma equidistante tra le sillabe che noi pronunciamo. Da un punto di vista psicologico, un tempo veloce, specialmente se accompagnato da grandi esitazioni e mancanza di fiato, può trasmettere un senso di insicurezza e indecisione. Un tempo lento invece ci pone nella situazione di pensare bene a cosa dire, a dare spazio ai nostri pensieri di formularsi e dare modo anche al nostro ascoltatore di ascoltarci e riflettere cu ciò che stiamo dicendo.



Ritmo: Corrisponde a quella particolare combinazione che noi creiamo fra le parole che pronunciamo, il signficato che vogliamo esprimere e le pause che interponiamo per rendere più pregnanante questo significato. Da un punto di vista psicologico le pause ci consentono di guardare le persone e di stabilire con loro un contatto empatico


Esistono due tipi di pause:


Pausa esitante: breve interruzione del discorso in cui sembra che non sappiamo cosa dire e che stiamo cercando le parole giuste per portare avanti il nostro discorso. E' uno strumento che possiamo usare per abbassare le difese di chi sta di fronte.


Pausa netta: Determina l'dea che sappiamo esattamente ciò che stiamo dicendo. Pauda di tipo conclusivo, trasferisce l'idea di una persona poco disposta al dialogo.



Esiste infine un ultimo elemento costitutivo della voce, molto meno tecnico: lo stato d'animo. Lo stato d'animo è ciò che sentiamo in quel preciso momento a livello emotivo e che va ad influenzare i quattro paramentri precedenti. In realtà è una strada a doppio senso: modulando tecnicamente i 4 paramentri andremo a condizionare anche la nostra emotività. Dunque se siamo agitati per qualche motivo, se cominceremo ad alzare il volume della voce, a parlare lentamente e ad avere una tonalità della voce grave, manderemo dei segnali al nostro cervello che richiamerà un tipo di emozione differente, più sereno. Certo non sarà immediato, ma sicuramenteè funzionale.


Tutto ciò che riguarda il nostro comportamento non è matematico, dunque niente di meccanico. Tuttavia avere degli strumenti di utilizzo a propria disposizione è sicuramente un enorme vantaggio laddove non ne avessimo e laddove ci trovassimo in difficoltà.



 
 
 

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