Come si forma l'Attore?
- L'EducAttore.
- 1 ott 2020
- Tempo di lettura: 4 min

Se vi chiedessi di immaginare la preparazione dell'attore, del lavoro che fa nel suo percorso di studi, che cosa vi immaginereste?
Dizione.
Impostazione Voce.
Espressione delle emozioni.
Avete pensato ad almeno una di queste tre cose vero?
Ecco il lavoro dell'attore non è solo questo, e NON DEVE esserlo, altrimenti si trasformerebbe in un attore tecnico, privo di anima. I primi due elementi sopracitati sono tecnici e avvengono in un secondo momento; il terzo è una conseguenza del primissimo lavoro che fa su se stesso, e che lo accompagnerà per tutta la sua carriera, uno strumento che tutti possediamo ma che l'attore allena minuziosamente: il corpo.
Il Corpo dell'Attore.

Il corpo è il principale strumento dell’attore ed è il nucleo fondante del lavoro teatrale. La nostra comunicazione è principalmente non verbale, noi comunichiamo con il 94% con il corpo e circa con il 6% con l’apparato vocale. Molte teorie psicologiche rivelano che tutte le sensazioni e le emozioni che proviamo, prima le percepiamo fisicamente e solo dopo la mente ci restituisce le immagini. Alcuni esempi possono essere rappresentati dalle farfalle nello stomaco quando incontriamo la persona amata, dalla pelle d’oca quando vediamo qualcosa che ci stupisce, dal nodo alla gola quando ci accade qualcosa di terribile. Il nostro corpo è proiettato all’interno di situazioni e reagisce di conseguenza in base alla sua educazione e alla sua esperienza.
Quindi quale è il compito dell'Attore?
E' prendere consapevolezza delle varie reazioni corporee che avvengono nel suo quotidiano per poterle poi rivivere durante il lavoro teatrale. La conoscenza dei propri atteggiamenti giornalieri è la base del lavoro dell’attore con il quale egli crea i suoi primi lavori, i suoi primi studi. Il principio su cui si muove il lavoro corporeo è la consapevolezza che ogni comportamento è il risultato di una pratica fisica che il corpo ha assorbito. La sensazione di desiderio del caffè al mattino è dovuta ad un consuetudine ormai incarnata in noi cosi come l’infelicità duratura è dovuta ad una abitudine ad essa per via di diversi fattori che variano da singolo a singolo. Questo modifica la nostra volontà, i nostri bisogni e i nostri desideri. Il compito del regista o del formatore è quello di sviluppare un percorso corporeo per l’attore, al fine di liberare il suo corpo dai limiti psichici e fisici che le pratiche giornaliere hanno creato. Si tratta di un lavoro di destrutturazione e ricostruzione psichica che permette all’attore di denudarsi, di mettersi in contatto con la sua vera natura umana, raggiungendo una pace dello spirito e dunque una crescita personale.
Il lavoro corporeo è fatto di esercizi duraturi e costanti, da solo o in collettività, e si dividono in tre momenti specifici per ogni incontro:
Riscaldamento Corporeo.
Esercizi di Concentrazione.
Lavoro Emotivo-Corporeo.
Il Riscaldamento Corporeo
Il riscaldamento in teatro è fondamentale per mettere nella condizione migliore l’attore di

agire, rendendolo attivo e sciogliendone le tensioni accumulate durante la giornata. In questo modo si allena il corpo a raggiungere determinati movimenti che l’istinto suggerisce senza doversi limitare o farsi del male. Spesso i sistemi sociali in cui siamo inseriti ci abituano ad essere pigri, stanchi, affaticati senza motivo. Questo ostacola la nostra creatività, e tutto ciò che desideriamo esprimere resta al nostro interno, danneggiandoci. Il riscaldamento pone l’attore all’interno del lavoro. Esso può essere fisico o vocale, fisico e vocale, o semplicemente di concentrazione.
Esercizi di Concentrazione.
Gli esercizi per la concentrazione sono mirati allo sviluppo dell’ascolto della situazione nonché ad una prontezza della reazione di risposta. Tutti gli esercizi sono mirati ad un azione necessaria del singolo per lo svolgimento dell’attività di gruppo.
Il Lavoro Emotivo Corporeo.

Il lavoro emotivo corporeo si differenzia dal riscaldamento fisico perché lavora su un piano diverso. Mentre il riscaldamento fisico agisce su uno strato superficiale sciogliendo le tensioni, attivando il corpo, il lavoro emotivo scava in profondità: grazie ad un abbassamento delle resistenze dovute al primo tipo di attività, ora è possibile stimolare maggiormente la propria emotività. L’attore deve essere in costante ricerca di se stesso, e in continua messa in discussione per permettersi di svilupparsi e di crescere. Questo è il presupposto che accomuna sia attori che “non-attori” (coloro che si approcciano per interesse e hobby). Non mi piace parlare di allenamento ma di educazione. Il lavoro emotivo corporeo deve permettere uno sviluppo delle proprie capacità relazionali, della propria sensibilità, dell’empatia, del rispetto e della comunicazione. E’ necessario prendere consapevolezza dei propri processi comportamentali ed emotivi al fine di metterli in gioco in uno spettacolo. La crescita personale è propedeutica così alla performance ma sopratutto alla vita. Dopo gli esercizi è possibile, a seconda del tipo di direzione che si vuole il lavoro assuma, far scrivere gli attori. I testi prodotti possono essere veri e propri testi teatrali oppure racconti dell’esperienza, cosi come ricordi emersi.
Questo tipo di preparazione accomuna tutti gli attori. Tuttavia, chi lavora come professionista freelance, nelle varie preparazione degli spettacoli, tutto questo non viene svolto, resta nella preparazione dell'attore. Questo spesso lo può spingere a non crescere ed ad utilizzare solo strumenti di cui è gia in possesso. Chi invece lavora in compagnie stabili, il training è un rito consolidato e immancabile: ognuna ne sviluppa uno proprio in base a chi ne fa parte e allo spettacolo che si va preparando.
Il lavoro corporeo infine è perfetto per strutturare e basare i laboratori sia in ambito sociale, che terapeutico, che di formazione.
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