Esercizi di lavoro emotivo vocale: risvegliamo le emozioni con la voce!
- L'EducAttore.
- 20 ago 2020
- Tempo di lettura: 4 min
Se sei un educatore, un attore o un regista e vuoi creare un laboratorio sulla voce per esercitare i tuoi attori o educare i propri ragazzi a certi stimoli, questo articolo fa per te.

Devi sapere che lavorare con la voce non è semplice. Essa rappresenta un’estensione del corpo che parte dal nostro interno e raggiunge l’esterno. Essa è la concretizzazione e la decodificazione chiara di un sentimento. Quante volte, per esempio, riusciamo a trattenere il pianto dopo una spiacevole notizia, ma appena cominciamo a parlare scoppiamo in lacrime? Inoltre talvolta è fondamentale possedere già una voce allenata per ottenere certi risultati senza farsi del male. Nell'arte della recitazione l'attore in teatro non deve mai urlare o “lanciare” la voce. Urlare parlando è produrre suoni grezzi, forzati, faticosi e non sostenuti dal diaframma. “Lanciare la voce” è urlare parlando sostenendo la voce con il diaframma. La voce di un attore va portata, donata, non lanciata. Lanciare e urlare significa fare atto di violenza sul pubblico e spesso perdere di credibilità. Anche quando si sta compiendo un’azione disperata o aggressiva sul palco la voce deve essere portata, che non significa trattenerla, ma usare un risuonatore in tutta la sua potenza e in tutto il suo vigore. In teatro non è tanto importante il volume quanto la forza della voce, che a sua volta determinerà (se l’attore lo desidera) un volume udibile. E’ solo un cambiamento di prospettiva. Una voce autentica, sincera, che emoziona, è una voce bella.
L'esperienza dell'attore fa riflettere anche sul contesto educativo: quanto spesso

insegnanti o educatori, senza nemmeno accorgersene, aggrediscono i propri educandi con la voce con toni o volumi non appropriati? Questo rischia di veicolare un messaggio errato, non utile e di far violenza sulla persona. Se l'educatore si dotasse di una voce "bella" sarebbe in grado di farsi ascoltare più facilmente, di creare legami empatici e di costruire una relazione basata sul rispetto.
Gli esercizi che seguono esigono un allenamento vocale basato sulla gestione del respiro e sull'emissione della voce, altrimenti il rischio è quello di farsi del male, infiammando le corde vocali. Questi esercizi sono molto stimolanti e se fatti bene e nelle giuste condizioni il partecipante verrà sommerso dalle vibrazioni sonore proprie e degli altri recependole sia ad un piano fisico che puramente uditivo. E' il modo più primordiale che abbiamo di recepire e interpretare i messaggi che i suoni veicolano.
Il Cerchio delle voci.
In cerchio, chi vuole va al centro con un preciso movimento dicendo una frase con un determinato volume e una certa intenzione, per poi risistemarsi nella propria posizione velocemente. A questo punto tutti gli altri attori in cerchio si getteranno al centro ripetendo nello stesso modo la frase detta e il movimento compiuto dal compagno . Ciò che si dice può essere spezzettato a tal punto da far dire al gruppo porzioni di testo facili da ricordare.
Considerazioni: Il cerchio delle voci è un attività che può svolgere duplici funzioni a seconda di cosa viene detto. Può essere un riscaldamento corporeo, uno sfogo emotivo (se vengono espressi pensieri propri come il racconto di una giornata stressante), di allenamento all’articolazione facciale (se si vengono detti degli scioglilingua per esempio) e così via. Appropria l’attore dei movimenti e della voce del proprio compagno, il suo modo di parlare, di esprimersi sia al livello fisico che vocale, potendo così espandere il proprio diapason di possibilità espressive. E’ presente l’elemento corale, quindi il sentirsi forti nell’atto creativo.

Il Cerchio dei Suoni.
In cerchio, gli attori partendo dalla stessa nota, uno ne suggerisce una nuova, affine alla prima ma o più leggera, o più alta o più bassa, che ne sia quindi una evoluzione. Il gruppo lentamente di dirige verso quella nota. L’esercizio si articola tra le proposte vocali di ciascuno e il loro ascolto. L’effetto che si deve creare è una varietà di ritmi e di toni diversi, come se fosse un orchestra. Possono anche esserci due proposte vocali all’unisono. Per sentire il suono prodotto dagli altri senza essere disturbati dal proprio è possibile mettersi le mani tese dietro le orecchie. A turno poi una persona andrà al centro e ascolterà il coro dei propri compagni. Non appena se la sentirà cederà il suo posto a qualcun altro.
Considerazioni: Le vibrazione recepite a livello fisico durante l'esercizio possono essere molto forti e piacevoli tali da proiettare nella mente dei partecipante immagini e sensazioni. Quando l'esercizio viene eseguito bene (dopo chiaramente una serie di tentativi e con un po' di allenamento) l'attore si sentirà parte di un unico corpo che respira e parla. L'attività rafforza la coesione di gruppo, permette di esplorare il proprio alfabeto sonoro e la volontà di poterlo usare nei vari contesti.
Musica di gruppo.
Ogni partecipante scelga una canzone o una melodia. Spostandosi nello spazio tentare di riprodurre o vocalmente o fisicamente parte di essa. Accordare ora il proprio suono con quello dei proprio compagni evolvendolo; sentirsi liberi di muovere il corpo in relazione alla musica. Chi conduce può far variare la velocità dei singoli suoni o dei suoni del gruppo, e quando più gli sembra consono può decidere di fermare i corpi (non farli camminare), far loro chiudere gli occhi, e spostarli nello spazio in modo che ogni partecipante abbia sensazioni differenti e possa rispondere ad esse.
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