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L'Attore ai tempi del Coronavirus.

  • Immagine del redattore: L'EducAttore.
    L'EducAttore.
  • 22 apr 2020
  • Tempo di lettura: 2 min

Sicuramente ciò che stai leggendo non è modo per tentare di recuperare i soldi andati in questo 2020. Perchè si, molte iniziative, la maggior parte, non partiranno neppure. Parlo di laboratori, parlo di spettacoli, di festival, di incontri. Ma se c'è qualcosa che il teatro mi ha insegnato, è che la ricerca deve andare avanti. La sperimentazione è innovazione, e innovare significa riscoprirsi e continuare a vivere.


Il teatro è incontro dal vivo, del qui ed ora, di me davanti a te. Ma in un mondo in cui l'incontro senza forma mediatica non può esistere, a sopravvivere è solo l'attore, che si deve appellere agli strumenti digitali per dare fornire il suo sostegno alla comunità.




Dunque cosa può fare l'attore?



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-PodCast.

Beh, a meno che non abbia perso la voce, molti testi aspettano di essere letti ma sopratutto ascoltati. Favole, storie, poesie, testi, possono essere divulgati su moltissime piattaforme come Spreaker, Audiocast, Freerumble, SoundCloud. I Podcast sono un fenomeno in costante crescita, sempre più persone li ascoltano!


-Video.
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Se l'opzione dei podcast non vi piace, rimane l'opzione dei video!


Ormai quasi tutti noi possediamo uno smartphone, e sempre di più questi dispositivi permettono di realizzare degli ottimi video con la loro buona videocamera e scaricando delle semplici app per il loro videoediting come Magisto, KineMaster o Adobe Premier Clip (Tutte e 3 gratuite!). Inoltre possono essere caricati su numerose piattaforme di rilievo come face book, instagram o youtube.


- I Laboratori.
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Qui la nota dolente, ma forse non troppo; potrebbe essere troppo presto per affermarlo.


La bellezza dei laboratori era proprio quella di incontrarsi, avere un contatto visivo vero, abbracciarsi e respirare lo stesso spazio nello stesso momento. Ora non è possibile, ma hey, non durerà per sempre. Nel frattempo possiamo inventare diversi laboratori digitali con obbiettivi e richieste differenti a seconda della tipologia di utenza con la quale abbiamo a che fare. Chissà mai che non possiamo imparare qualcosa di nuovo da poter sfruttare quando tutto sarà come prima ;)


Che tu abbia un gruppo di ragazzi, di adulti, di persone portatrici di qualche handicap, chiedi loro di scrivere qualcosa, invogliali a scrivere lettere, testi, immergili in un qualche mondo distopico (ma ora nemmeno troppo) in cui i protagonisti vivono le loro vite da esiliati. Musica, canzoni, foto, immagini, tutto va bene.


E chi ha una disabilità tale da non poter essere autonomo nel soddisfare questi compiti?


Io dico che costituire un gruppo di lavoro dove a partecipare siano anche i genitori, i quali si propongono di aiutare i loro figli in alcune brevi attività richieste, in cui non possono essere completamente autosufficenti, come girare un breve filmato, scattare qualche foto, potrebbe essere una splendida opportunità per poter collaborare, forse per la prima volta, tutti insieme.


Una volta raccolto tutto il materiale, perchè non realizzarne un video o un prodotto condivisibile? :) Molte cose nate inoltre possono essere riutilizzate per progetti futuri!


Ecco alcune applicazioni dove potersi incontrare in videochiamata: Skype, Jitsi Meet e Duo!


Sono d'accordo con voi che non sarà la stessa cosa, sono d'accordo con voi che non è teatro, ma restare fermi non è mai la soluzione. In un mondo dove la tecnologia smetterà di funzionare, sarà ora del teatro e dell'incontro essere protagonista assoluto di sostegno. Solo che ora non è questo il suo tempo.



 
 
 

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