Un Viaggio nelle Terre Estreme con Chris Mccandless.
- L'EducAttore.
- 14 giu 2020
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 16 giu 2020

Il 2017 è stato un anno terribile. L’anno peggiore di sempre. Non superai l’esame di doppiaggio, fui bocciato all’esame della patente così tante volte che spongebob fatti da parte. Finii tutti i miei risparmi. Lavorai in un posto dove mi davano del coglione un giorno si e un giorno no. Il rapporto con i miei si inclinò parecchio. Cambiai. Persi amici. Sembrava che più nessuno credesse in ciò stessi facendo, e io avevo paura a chiedermi che cosa stessi facendo e perché lo stessi facendo. Non replicai mai. Non ribattevo più. Lasciavo che tutto entrasse per non lasciarlo. Feci cose terribili. E fu li che ci incontrammo, io e Chris. Diventò il mio migliore amico.
Chris lasciò intraprese un viaggio dopo aver donato tutti i soldi della sua borsa di studio in beneficenza, senza dire nulla ai propri genitori, senza dire nulla alla propria sorella. Sparì. Non concepiva la disuguaglianza. Non concepiva il razzismo. Non concepiva la devozione per i soldi. Amava l'avventura, ma sopratutto la vita. Dopo un lungo pellegrinare, dopo essersi battezzato Alexander Supertramp per segnare la sua rinascita, giunse in Alaska dove il suo viaggio trovò la fine.

Chris era coraggioso, intraprendente, forte. Viaggiò, incontrò gente, lavorò in un fast food. Era testardo, probabilmente permaloso, tenace, vanitoso. Ogni cosa che fece la scrisse, ogni cosa che pensava la faceva, ogni cosa in cui credeva, la diceva.
E ogni cosa che mi succedeva , io la trasformavo in qualcosa: un movimento, una voce, uno sguardo. E ciò che sentivo diventava parola. E ciò che ascoltavo divenne la musica della nostra storia.

Ho sperimentato la morte due volte mentre creavo Chris McCandless. La prima quando il mio regista mi disse, dopo che provai e riprovai e riprovai una scena, “Questo è il motivo per il quale non sono diventato un attore e ho scelto di fare altro: non ero abbastanza bravo”. La seconda volta la sperimentai dopo una giornata difficile fisicamente ed emotivamente che finì con la mia faccia sul water intento a vomitare. Ogni volta che vomito mi sembra di morire. Anche a voi? Fu così che il sentimento della morte di Alex nacque. E certo, anche da altre cose. Ma quelle restano tra a me e Alex.

ll punto è che quando stavo male scrivevo. Il punto è che quando avevo un pensiero, lo dovevo esprimere. Il punto è che ogni cosa di importante che mi è successa in quei due anni è diventata una meravigliosa avventura nella sua storia . La mia vita ha incontrato la sua, e la sua ha permesso alla mia di esprimermi. Un patto d’amore potentissimo quello fra un attore e il suo personaggio, un’amicizia meravigliosa.

Chris Mccandless mi ha salvato la vita? Non lo so. Ma sicuramente l'ha cambiata solo come un amico può lasciare traccia.
Ciò che ascolterete è una mia personale interpretazione della storia di Chris Mccandless. Probabilmente durante l’ascolto potreste chiedervi “ma è successa a lui o a Chris?”. Ed è in questo quesito che per me sta la magia del teatro: non sapere mai dove finisce l’attore e comincia il personaggio, perché tutto diventa parte di un tutt’uno. Tutto ciò che c’è da sapere è che resterà tra me e Chris :)
Di seguito il link della versione podcast: https://www.spreaker.com/show/into-the-wild_1
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